L'industria litica

L'industria litica

Lo studio dell'industria litica è un dominio ancora poco esplorato nell'archeologia pre-protostorica della Sardegna, benché questa rappresenti talvolta una buona parte del materiale rinvenuto e si presti ad analisi innovative capaci di apportare informazioni determinanti per integrare le conoscenze e le ricerche delle trasformazioni socio-economiche dei gruppi umani. 

Le ricerche finora condotte sull'industria litica si inseriscono nel quadro di un più ampio progetto dedicato all'analisi morfo-tecno-funzionale della produzione artigianale in età pre-protostorica (Melis et alii 2011). L'aspetto innovativo risulta dalla combinazione di una metodologia poco utilizzata in Sardegna con l'analisi integrata delle produzioni artigianali. 

La metodologia utilizzata rientra in quel filone di studi tecnologici che prendono l'avvio in Francia agli inizi del 1900 nell'ambito delle ricerche etnologiche e che miravano a mettere in evidenza i rapporti profondi che potevano esistere tra le tecniche di produzione e le forme di organizzazione socio-economiche. 

Da questo punto di vista la tecnologia è lo "studio dell'insieme dei procedimenti impiegati per produrre uno strumento o un'arma" il cui strumento indispensabile è il concetto dichaîne opératoire ossia di sequenza operativa che permette di capire tutte le trasformazioni che la materia prima ha subito partendo dal suo approvvigionamento fino all'abbandono della stessa. 

Nell'ottica di questo genere di studi, fondamentale è anche l'apporto dell'analisi delle tracce d'uso finalizzato allo studio della funzione dei manufatti secondo le tracce rilevabili sugli stessi grazie al confronto con i dati etnografici e con quelli ottenuti dalla sperimentazione. Questo lavoro è reso possibile in seguito al contributo del LAMPEA (ex ESEP), Laboratoire Méditerranéen de Préhistoire Europe Afrique - UMR 7269 di Aix en Provence. 
Il metodo di analisi scelto combina due diversi approcci: quello definito "low power approach" (approccio a basso ingrandimento) che si basa sull'osservazione dei manufatti litici per mezzo di ingrandimenti limitati (fino a 100X), e quello definito "high power approach" (approccio ad alto ingrandimento) che si avvale dell'utilizzo di un microscopio ottico a luce incidente (fino a 900X). 

L'analisi dell'industria litica dei siti di Craviole Paderi (Sestu, Ca) e Su Coddu-Canelles (Selargius, Ca) si inserisce nel quadro della problematica che affronta le questioni sulla transizione tra Neolitico finale e prima Età del Rame. Nel caso di Craviole Paderi l'analisi dell'industria litica, esclusivamente in ossidiana, ha permesso di identificare, in particolare, due differenti sistemi e di isolarli a livello cronologico. Mentre il secondo si può mettere in relazione con la prima età del rame, grazie ai confronti con i materiali di Su Coddu-Canelles, Selargius, il primo è inquadrabile proprio nel Neolitico recente: la presenza di un blocco grezzo e di un nucleo di ossidiana ancora sfruttabile, un'alta percentuale di schegge di decorticamento messa in forma e ravvivamento, testimoniano che la materia prima arrivava al sito sotto forma di blocco completamente grezzo o semilavorato. La lavorazione in situ era quindi diretta alla produzione di supporti standardizzati, come lame o schegge, ma in maniera differenziata. Questo quadro cambia notevolmente all'inizio dell'Età del Rame dove, come si evince dall'analisi dei manufatti provenienti dalle strutture di Su Coddu-Canelles, una forte tendenza al microlitismo, uno scarso investimento nella produzione legata piuttosto alla produzione di schegge di piccole dimensioni, la messa in opera di sequenze tecniche e operazioni molto semplici e poco formalizzate, caratterizzano i contesti di questo momento culturale. 

Le recenti analisi condotte sull'industria litica delle domus de janas III e IV di S'Elighe Entosu a Usini, hanno permesso di integrare profonde lacune rispetto alle conoscenze finora acquisite sui manufatti litici durante l'Età del Bronzo. In particolar modo la loro presenza contribuisce da una parte a confermare che la presenza di tale industria in contesti funerari non poteva essere legata esclusivamente al corredo del defunto ma doveva entrare a far parte di qualche attività e/o rituale strettamente connesso con il contesto, dall'altra il fatto che ancora nell'età del Bronzo questo materiale continuava ad essere utilizzato. 

L'economia e la gestione della materia prima nel sito, pur non essendo complessa, mostra comportamenti diversificati. Si sono potuti evidenziare infatti due differenti canali di approvvigionamento: il primo, di tipo locale, è preferenziale e vede lo sfruttamento di vari tipi di selce, il secondo, esogeneno, vede l'introduzione dell'ossidiana di Monte Arci e della selce probabilmente proveniente da Perfugas (SS). Le finalità del débitage sono differenziate così come le sequenze tecniche di produzione dirette principalmente alla produzione di schegge e lame di piccole e medie dimensioni nel caso della materia prima locale, e alla produzione primaria di lame(lle) integrata da una secondaria di piccole schegge per quanto riguarda l'ossidiana. 

Lo strumentario è molto povero e rappresentato da manufatti con distacchi laterali irregolari. Sono presenti tuttavia grattatoi, raschiatoi, perforatoi etc realizzati su sottoprodotti del débitage laminare o su materie prime esogene come la selce di Perfugas o l'ossidiana.

Pubblicazioni

  • CAPPAI R., MELIS M. G., MUSSI M. , L'uso dell'ossidiana nell'insediamento preistorico di Craviole Paderi - Sestu (CA) , in AA.VV., L'ossidiana del Monte Arci nel Mediterraneo: recupero dei valori di un territorio, Atti del Convegno, Oristano 29-30 novembre - 1 dicembre 2002 , Ghilarza , 2004 , pp. 223-234
  • CAPPAI R., MELIS M. G. , Signe et fonction des objets lithiques de la Sardaigne préhistoriques : données par la nécropole de Ispiluncas - Sedilo (Sardaigne - Italie) , in Tavola rotonda La valeur fonctionnelle des objets sépulcraux, a cura di M. Bailly e Plisson, Maison Méditerranéenne Sciences de l'Homme, LAMPEA -UMR 6636, Aix-en-Provence, 25, 26, 27 octobre 2006, Préhistoire Anthropologie Méditerranéennes 14 , 2005 , pp. 145-166
  • CAPPAI R. , L'industria litica, in ossidiana nell'insediamento prenuragico di Craviole Paderi - Sestu (CA) , in SODDU O., MULÈ P. (a cura di), Sestu. Storia di un territorio dalla preistoria al periodo post-medievale , Dolianova , 2006 , pp. 57-70
  • CAPPAI R. , L'industrie en obsidienne taillée, premières observations , in D'ANNA A., TRAMONI P. (sous la direction de), Les alignements mégalithiques de Cauria - I Stantari, Sarténe, Corse-du-Sud : fouilles programmées pluriannuelles : rapport 2005-2007, Ajaccio/Sarténe/Aix-en-Provence : Collectivité territoriale de Corse / Mus , 2007 , pp. 72-76
  • CAPPAI R. , L'industria litica dalle domus de janas III e IV: un esempio di gestione integrata delle risorse , in MELIS M. G., a cura di, Usini. Ricostruire il passato. Una ricerca internazionale a S'Elighe Entosu , Carlo Delfino ed. , 2010 , pp. 219-236
  • CAPPAI R. , Lo sfruttamento delle risorse litiche tra Paleolitico e Neolitico antico in Sardegna , in Uomo e Territorio. Dinamiche di frequentazione e di sfruttamento delle risorse naturali nell'antichità, Atti del Convegno Nazionale dei Giovani Archeologi, Sassari 27-30 Settembre 2006 , Muros , Stampacolor , 2010 , pp. 38-45
  • CAPPAI R. , Tecnologia della produzione nella sacca 40 del sito di Su Coddu-Canelles, Selargius (Ca) , in L'età del Rame in Italia, Atti della XLIII Riunione Scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Bologna, 26-29 novembre 2008 , 2011 , pp. 532-535
  • CAPPAI R., D'ANNA A., GUENDON J. L., MANCA L., MELIS M.G., PIRAS S., SOULA F. , Una ricerca internazionale e interdisciplinare nel territorio di Usini (Sassari): la necropoli a domus de janas di S’Elighe Entosu , in Rivista di Scienze Preistoriche, LXI , 2011 , pp. 61-96
  • CAPPAI R., MANCA L., MELIS M.G., PIRAS S. , La produzione artigianale dell'Eneolitico sardo. Aspetti morfologici, tecnologici e funzionali , in L'età del Rame in Italia, Atti della XLIII Riunione Scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria E Protostoria, Bologna, 26-29 novembre 2008 , Firenze , 2011 , pp. 563-568
  • CAPPAI R. , Riflessioni sulla transizione tra Ozieri e Sub-Ozieri: apporti dalle analisi sull'industria litica , in La Preistoria e la Protostoria della Sardegna, Atti della XLIV Riunione Scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Cagliari, Barumini, Sassari, 23-29 novembre 2009 , 2012 , pp. 551-556
  • MELIS M.G., CAPPAI R., MANCA L., PIRAS S. , The beginning of metallurgic production and the socioeconomic transformations of the Sardinian Eneolithic , in Cristiani, Conati-Barbaro C. and Lemorini C. (eds), Social, Economic and Symbolic Perspectives at the Dawn of Metal Production , British Archaeological Reports , 2012 , pp. 13-32
  • SOULA F., GUENDON J. L. , Examen macroscopique des provenances des matières premières siliceuses et étude technologique du matériel de prospection de la commune d'Usini (Province de Sassari, Sardaigne) , in Usini. Ricostruire il passato. Una ricerca internazionale a S'Elighe Entosu, a cura di, MELIS M. G. , Sassari , Carlo Delfino ed. , 2010 , pp. 73-82